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domenica 21 ottobre 2018

Il culto della quercia nei popoli indoeuropei -Terza parte

Anche tra gli Slavi sembra che la quercia sia stata l'albero sacro al dio del fulmine Perun, l'equivalente di Zeus e di Giove. 

Si dice che a Novgorod vi fosse un'imagine di Perun in forma di un uomo con una folgore in mano. 

Un fuoco di legno di quercia bruciava giorno e notte in suo onore, e quando si spegneva i custodi pagavano con la vita la loro negligenza. 


Sembra che Perun, come Zeus e Giove, sia stato il Dio principale degli Slavi; poiché Procopio ci dice che « gli Slavi credono che un Dio, quello che scaglia la folgore, sia l'unico signore di tutte le cose, e gli sacrificano buoi e ogni sorta di vittime ».


La principale divinità dei Lituani era Perkunas o Perkuns, il dio del fulmine e del lampo, la cui somiglianza con Zeus e Giove è stata spesso notata. 

Gli erano sacre le querce e quando furon tagliate dai missionari cristiani il popolo si lamentava a gran voce che le deità silvane venissero distrutte. 

Fuochi perenni accesi con il legno di speciali querce venivano mantenuti in onore di Perkunas e se uno di essi si spegneva veniva riacceso sfregando il legno sacro. 

Per avere un buon raccolto gli uomini sacrificavano alle querce e le donne ai tigli, dal che si può dedurre che considerassero le querce come maschi e i tigli come femmine. 


In tempo di siccità quando volevan la pioggia solevano sacrificare al dio del fulmine nei recessi del bosco un vitello nero, un capro nero, e un gallo nero. 

In queste occasioni tutti si radunavano in gran folla dai paesi vicini, mangiavano, bevevano e invocavano Perkunas. Portavano tre volte intorno al fuoco un boccale di birra, poi lo versavano sulle fiamme pregando il dio di mandare la pioggia. 

Così la massima divinità lituana presenta una stretta somiglianza con Zeus e Giove, essendo il Dio della quercia, del fulmine e della pioggia.


Riferimento: James G. Frazer – Il ramo d’oro


Orlando in collaborazione con Le vie di Wodanaz 

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