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martedì 2 ottobre 2018

Frawjô

“Tertius est Fricco, pacem voluptatemque largiens mortalibus.”
- ʻGesta Hammaburgensis Ecclesiaæ Pontificumʼ di Adam Bremensis

Teonimo derivante dal sostantivo maschile protogermanico *frawjô il cui significato è “signore”, identifica quella divinità del pantheon germanico che nella mitologia scandinava è nota come Freyr ed il cui corrispettivo anglosassone è Ing derivante dal protogermanico *Ingwaz al quale sono legati i nomi Yngvi, Yngvin, Ingwine ed Inguin. Il primo fra questi, stando ad una possibile ricostruzione dellʼiscrizione runica in Fuþark antico dellʼAnello di Pietroasele (i.e. gutanī [i(ng)]wi[n] hailag, “ad Ingwi dei Goti, santo”, III-IV secolo d.C.), risulterebbe essere il corrispettivo in lingua gotica di Freyr.
Da ciò si presume che il protogermanico *Ingwaz, nelle sue quattro versioni, non fosse altro che lʼantico teonimo dellʼAse Freyr. Nella ʻYnglinga sagaʼ che Snorri Sturluson scrisse intorno al 1225, si narra di come Yngvi-Freyr divenuto re di Svezia alla morte del padre Njörðr fondò la dinastia degli Ynglingar (i.e. “Scylfings” in ʻBeowulfʼ).
Infine, del teonimo Freyr si hanno diverse attestazioni in scritti latini. Nelle ʻGesta Hammaburgensis Ecclesiaæ Pontificumʼ di Adam Bremensis Freyr è attestato come
Friccus mentre nelle ʻGesta Danorumʼ di Saxo Grammaticus è attestato come Frø.

Stando allʼEdda Poetica di Snorri Sturluson Freyr nacque dallʼunione fra Njörðr, dio del mare e dei naviganti, e la sorella di questʼultimo; questi si separarono dopo la nascita di Freyr. Prima di questi ebbero unʼaltra figlia al quale diedero il nome Freyja.
Freyr dunque, alla stregua di suo padre e di Freyja, è una divinità appartenente alla stirpe dei Vanir. Con il concludersi della guerra scoppiata fra questi ultimi e gli Æsir egli si stabilì assieme con la sorella ad Ásgarðr con la quale, stando a quanto riportato nella Lokasenna, ebbe una relazione. Lì gli Æsir lo resero governatore di Álfheimr (i.e. “terra
degli Elfi”); divenne così ʻhinn ágætasti af ásumʼ (i.e. “il più illustre fra gli Æsir”).
Egli è lʼAse della bellezza, della pace e della fecondità come appunto recita il seguente passo tratto dal libro quarto delle ʻGesta Hammaburgensis Ecclesiaæ Pontificumʼ di Adam Bremensis:
“Tertius est Fricco, pacem voluptatemque largiens mortalibus. Cuius etiam simulacrum
fingunt cum ingenti priapo [...] Omnibus itaque diis suis attributos habent sacerdotes, qui
sacrificia populi offerant [...] si nuptiæ celebrandæ sunt, Fricconi (lybatur).”
Segue la traduzione:
“Il terzo è Freyr, il quale procura ai mortali la pace e la voluttà. [Gli scandinavi] sono soliti
realizzarne il simulacro con un enorme fallo [...] Essi hanno dei sacerdoti adibiti a tutti i loro
dèi, che a essi presentano i sacrifici del popolo [...] se vi sono delle nozze da celebrare,
(viene fatta unʼofferta) a Freyr.”

La sua sposa è Gerðr, una gigantessa di incomparabile bellezza. Per conquistarne il cuore chiese aiuto al suo vassallo Skìrnir al quale dovette cedere come ricompensa per i suoi sevigi la sua infallibile spada assieme con la sua cavalcatura, forse Blóðughófi (i.e. “zoccolo insanguinato”), capace di
attraversare fiamme e fuoco.
A causa di ciò egli morirà durante il Ragnarök nellʼaffrontare lo jötunn Surtr il quale giungerà ad Ásgarðr dallʼestremo sud insieme alle fiamme ed ai Múspellsmegir (i.e. “figli di
Muspell”).

Stando a quanto scritto da Saxo Grammaticus nel libro terzo delle ʻGesta Danorumʼ, Freyr era venerato ad Uppsala come ʻdeorum satrapaʼ (i.e. “satrapo/viceré degli Dèi”) e lì
venivano fatti sacrifici umani in suo nome; tanto era radicato il suo culto che i luoghi limitrofi presentano ancora toponimi a lui legati.

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