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lunedì 8 ottobre 2018

Sulle origini del tutto

In origine fu il Ginnungagap, il vuoto.
A Nord di esso fu creato il Niflheimr, terra di freddo e ghiaccio, di umidità e buio al cui centro fu posto Hvergelmir, pozzo gelido padre dei fiumi cosmici chiamato Elivágar. 
A Sud di Ginnungap fu invece creato Muspell, terra di luce e caldo nello torrido nella quale non può resistere nessuno che non vi sia nato, Sutr, gigante di fuoco dalla spada fiammeggiante, è guardiano di queste lande. 
Fu dall’incontro fra la brina gelida di Niflheimr ed il vento caldo di Muspell che nacque Ymir, primo gigante di ghiaccio, chiamato Aurgelmir dalla sua gente, esso veniva nutrito dalla vacca Auðhumla, generatasi allo stesso modo. 


Al principio era il tempo:
Ymir vi dimorava;
non c'era sabbia né mare
né gelide onde;
terra non si distingueva
né cielo in alto:
il baratro era spalancato
e in nessun luogo erba.

Ár vas alda
þars Ymir byggði
vasa sandr né sær,
né svalar unnir;
jǫrð fansk æva
né upphiminn;
gap vas ginnunga,
en gras hvergi.

(Voluspá, 3)


Accadde un giorno che Ymir, dormendo, stillò sudore e dal palmo della sua mano nascessero un maschio e una femmina, primi fra i suoi discendenti, ebbe anche un altro figlio frutto dell’accoppiamento fra i suoi piedi: una creatura dotata di sei teste.
Accadde un giorno che Auðhumla, dalle cui mammelle si originavano quattro fiume di latte, leccasse per nutrirsi alcune pietre ghiacciate e salate, verso il termine del primo giorno uscirono, da queste pietre, dei capelli, il secondo giorno la testa ed il terzo tutta una persona. 
Costui fu Buri, progenitore degli Dèi ed egli era bello, alto e forte, egli ebbe un figlio che fu detto Borr, e fu questi, unendosi con Bestla, figlia del gigante Bölþorn, a generare i primi Dèi: Óðinn, Vili e Vé. 

Furono costoro ad uccidere il gigante Ymir e a creare con esso i mondi in ciò che era il nulla.
Fu così che con il sacrificio di una creatura malvagia fu possibile ricavare la “materia prima” necessaria alla creazione dell’universo. 
Insieme ad esso furono uccisi dagli Dèi tutti i giganti della sua stirpe, annegati nel sangue del proprio progenitore, solo uno di loro riuscì a fuggire, insieme alla propria famiglia, a bordo di una imbarcazione: Bergelmir, da lui discese una nuova stirpe di Jǫtnar.

Ymir era malvagio e lo era tutta la sua stirpe, che noi chiamiamo dei giganti di brina.

Hann var illr ok allir hans ættmenn, þá kǫllum vér hrímþursa.

(Gylfaginning, Edda in prosa ) 

Essi presero Ymir e lo posero nel mezzo del Ginnungagap e da lui fecero la terra, dal suo sangue il mare e le acque. La terra era fatta della sua carne, le rocce delle sue ossa. I sassi e le pietre le crearono dai suoi denti, dai molari, e dalle ossa che erano rotte.

Þeir tóku Ymi ok fluttu í mitt Ginnungagap ok gerðu af honum jǫrðina, af blóði hans sæinn ok vǫtnin. Jǫrðin var gǫr af holdinu, en bjǫrgin af beinunum. Grjót ok urðir gerðu þeir af tǫnnum ok jǫxlum ok af þeim beinum er brotin váru. 

Del sangue, che dalle sue ferite corse e scaturì fuori, essi fecero il mare, quando formarono e saldarono insieme la terra, e quindi vi disposero attorno il mare come un anello, e sembrerà impossibile a molti uomini andare oltre a esso.

Af því blóði er ór sárum rann ok laust fór, þar af gerðu þeir sjá þann er þeir gerðu ok festu saman jǫrðina ok lǫgðu þann sjá í hring útan um hana, ok mun þat flestum manni ófœra þykkja at komask þar yfir. 

(Gylfaginning, Edda in prosa ) 


Dalla carne del gigante in putrefazione, che altro non è se non la terra, ebbero origine i primi viventi: i nani.
Essi ricevettero, per volontà degli Dèi, aspetto e saperi umani. 

A quattro di questi inoltre fu dato l’incarico di sostenere il cielo, costoro, che rispondono ai nomi di Norðri, Suðri, Austri e Vestri, svolgono quindi una funzione essenziale.

Così infatti viene narrato:

Presero anche il suo cranio, ne fecero il cielo e lo posero sopra la terra con quattro angoli, e sotto ciascun angolo posero un nano.

Tóku þeir ok haus hans ok gerðu þar af himin ok settu hann upp yfir jǫrðina með fjórum skautum, ok undir hvert horn settu þeir dverg


(Gylfaginning, Edda in prosa)

I giganti superstiti vennero confinati in Jötunheimr, luogo freddo e oscuro, estremo recinto dei mondi. 

Gli Dèi benedetti costruirono poi un mondo di mezzo, Miðgarð, destinato a diventare dimora dei figli degli uomini, come materia prima usarono le sopracciglia del defunto Ymir per creare un recinto che li difendesse dall’Iran dei giganti. 

Così infatti si narra: 

Ma all'interno della terra essi edificarono un bastione tutt'attorno al mondo, contro l'ostilità dei giganti, usando per il loro recinto le ciglia del gigante Ymir e chiamarono quella rocca Miðgarðr

En fyrir innan á jǫrðunni gerðu þeir borg umhverfis heim fyrir ófriði jǫtna, en til þeirar borgar hǫfðu þeir brár Ymis jǫtuns ok kǫlluðu þá borg Miðgarð. 

Con alcune scintille prese da Muspell vennero creati gli astri, ad essi furono assegnate sedi stabili o rotte precise da percorrere così che ebbe inizio il calcolo del tempo. 

Come ultima cosa i sacri Dèi presero il cervello di Ymir e, dopo averlo fatto a pezzi, lo lanciarono nel cielo dando così origine alle prime nubi come viene narrato anche nel discorso di Grìmnir.

Dalle sue ciglia
fecero gli dèi benedetti
Miðgarðr per i figli degli uomini;
dal suo cervello
vennero le tempestose
nuvole tutte create.

En ór hans brám
gerðo blið regin
miðgarð manna sonom; 
en ór hans heila
vóro þau in harðmóðgo 
ský ǫll um skǫpuð.



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