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martedì 30 ottobre 2018

Bragz

Stando a quanto sostenuto da studiosi della filologia germanica il teonimo Bragi deriverebbe o dalla forma debole ʻbragiʼ dell'aggettivo norreno ʻbragrʼ (i.e. “migliore”) o dal sostantivo maschile norreno ʻbragrʼ (i.e. “arte poetica”, “metrica”) il quale però se legato al termine anglosassone ʻbregoʼ (i.e. “principe”) andrebbe a significare “guerriero” o “signore”; è possibile far risalire entrambe queste forme al sostantivo maschile protogermanico *bragz (i.e. ”principe”, “signore”) seppur questo condivida il suo significato solo con il sostantivo maschile ʻbragrʼ.
Bragi - o Brage che dir si voglia - era poi il nome di quel semimitico scaldo Bragi Boddason attivo nella prima metà del IX secolo; è forse a lui che fa riferimento quel passo del ʻGrímnismálʼ (i.e. “discorso di Grimnir”, Edda Poetica) dove un certo Bragi viene definito come ʻhann er æztr skáldaʼ (i.e. “il migliore fra gli scaldi”).
Il nome Bragi è tuttora usato come nome proprio di persona la cui versione femminile è
Braga.

Bragi risiede in Ásgarðr con la sua sposa e nella ʻValhǫllʼ (i.e. “sala dei caduti”) accoglie i guerrieri morti in battaglia come testimoniato nell'anonimo ʻEiríksmálʼ (i.e. “discorso per Eiríkr”, scritto per commemorare il re di Norvegia Eiríkr blóðøx) e nel poema ʻHákonsmálʼ (i.e. “discorso per Hákon”, scritto dallo scaldo Eyvindr Finnsson per commemorare Hákon goði morto nella battaglia di Stǫrð combattendo contro i figli di suo fratello, Eiríkr blóðøx).
Si dice che Bragi abbia rune incise sulla lingua ed è forse per questo che egli è ʻhann er ágætr at speki ok mest at málsnild ok orðfimiʼ (i.e. “famoso per la sua saggezza ma soprattutto per la sua eloquenza e abilità con le parole”, Edda di Snorri, Gylflaginning).
Giocando su entrambi i significanti del termine norreno ʻbragrʼ, Snorri Sturluson nel ʻGylfaginningʼ (i.e. “inganno di Gylfi”, Edda di Snorri) ci restituisce un ritratto breve e conciso dellʼAse Bragi:

“Bragi heitir einn [...] Hann kann mest af skáldskap, ok af honum er bragr kallaðr skáldskapr, ok af hans nafni er sá kallaðr bragr karla eða kvenna er orðsnild hefir framar en aðrir, kona eða karlmaðr.”

“Bragi si chiama egli [...] Conosce benissimo l'arte poetica, che da lui chiamata ʻbragrʼ e dal suo nome viene infatti chiamato uomo migliore (i.e. “bragr karl”) o donna migliore (i.e. “bragr kvenna”) chi possieda un'eloquenza superiore agli altri.”

Nella suddetta sezione dellʼEdda di Snorri è riportato il nome della sposa di Bragi così come anche il ruolo che questa svolge in Ásgarðr; Iðunn è Dea della giovinezza e ne custodisce i pomi:

“Kona hans er Iðunn, hon varðveitir í eski sínu epli þau er goðin skulu á bíta þá er þau eldask, ok verða þá allir ungir, ok svá mun vera allt til ragnarøkrs [...]”

“Sua moglie è Iðunn, che conserva nel suo scrigno di frassino le mele che gli dèi, quando invecchiano, devono mangiare per poter tornare tutti giovani, e così sarà sempre, fino al ragnarøkkr [...]”

Nello ʻSkáldskaparmálʼ (i.e. “Dialogo sullʼarte poetica”, Edda di Snorri) Bragi spiega le ʻkenningarʼ (i.e. “metafore poetiche”) ad Ægir nel corso di un banchetto, rivelandogli i miti e i racconti che le hanno originate; da una di queste si apprende che lʼAse Bragi è figlio di Óðinn:

“Hvernig skal kenna Braga? Svá at kalla hann Iðunnar ver, frumsmið bragar ok inn síðskeggja ás - af hans nafni er sá kallaðr skeggbragi, er mikit skegg hefir - ok sonr Óðins.

“Quali sono le kenningar per Bragi? Si può chiamarlo marito di Iðunn, primo creatore della poesia, áss dalla lunga barba - da questo nome, chiunque abbia una gran barba è chiamato skeggbragi – e figlio di Óðinn.”

Bragi compare anche nella ʻLokasennaʼ (i.e. “gli insulti di Loki”) come protagonista di un velenoso scambio di invettive che egli tiene con Loki il quale aveva interrotto con insulti ed offese la quiete del banchetto organizzato da Ægir al quale avevano preso parte tutti gli Æsir e le Ásynjur. In questa circostanza Bragi mostra il suo carattere incline alla mediazione e alla diplomazia; è pronto a offrire doni a Loki purché non sparga dissapori fra i presenti ma questi lo accusa di essere un vile e lo definisce ʻbekkskrautuðrʼ (i.e. “ fronzolo da panca”) suscitando le ire del poeta che minaccia di ucciderlo. La sua sposa Iðunn interviene per metter pace fra i due.

Dalla ʻLokasennaʼ si viene poi a conoscenza del fatto che Bragi abbia dei figli sia veri che adottivi:

“Iðunn kvad: Bið ek, Bragi, barna sifjar duga ok allra óskmaga, at þú Loka kveðir-a lastastǫfum Ægis hǫllu í.”

“Disse Iðunn: Ti prego, Bragi, di pensare ai figli veri e a quelli adottivi e contro Loki di non parlare con ingiurie nella corte di Ægir.”

I loro nomi non vengono però menzionati né nella ʻLokasennaʼ né in altra fonte. Subito dopo questo breve passo segue la risposta ingiuriosa e pungente dellʼAse Loki:

“Loki kvad: Þegi þú, Iðunn, þik kveð ek allra kvenna vergjarnasta vera, síztu arma þína lagðir ítrþvegna um þinn bróðurbana.”

“Disse Loki: Sta' zitta, tu, Iðunn! Dico fra tutte la più vogliosa d'uomini sei: fra le tue braccia, ben lavate, hai stretto l'uccisore di tuo fratello.”

Forse l'uccisore del fratello (i.e. “bróðurbani”) di Iðunn è proprio lo sposo di questʼultima, Bragi, dacché nonostante Loki le attribuisca una vita sentimentale molto movimentata l'unica relazione nota di Iðunn è quella avuta con Bragi.

Infine in un verso di Egill Skallagrímsson, si parla dell'occhio di Bragi (i.e. “Bragi auga”); su questa espressione di oscuro significato alcuni studiosi hanno basato la seguente ipotesi. Bragi, avendo un solo occhio ed essendo anchʼegli Ase della conoscenza poetica, risulterebbe essere una delle varie personificazioni di Óðinn ma non essendovi attestazione alcuna di ciò questa tesi è dai più rigettata.

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