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giovedì 6 dicembre 2018

Origine delle Rune, l'ipotesi etrusca - parte prima

L’origine storica delle rune è un tema attualmente ancora dibattuto, e le ipotesi a riguardo si avvicendano da più di un secolo.
Una teoria particolarmente affascinante e documentata vede l’origine del Futhark nell’alfabeto Nord-Etrusco, con cui effettivamente sono evidenti notevoli somiglianze già ad una prima occhiata.
E’ necessario premettere che l’alfabeto Nord-Etrusco deriva dall’alfabeto Etrusco, che ha notoriamente subito influenze greche nella sua genesi; l’alfabeto greco a sua volta raccoglie influenze mediorientali, per cui chi ravvisa nelle rune somiglianze con l’alfabeto armeno o greco sta vedendo bene: le influenze Indoeuropee sono articolate e complesse.
Semplicemente, a mio parere, l’alfabeto Nord-Etrusco è quello da cui l’alfabeto runico prende le sue discendenze più dirette.

Ritengo che la via seguita dalla diffusione degli alfabeti, in questo caso, sia una delle più ovvie: la via dello scambio economico.

Nel Nord-Est dell’Italia era diffuso, già nei secoli AC, il culto di Reitia: questa divinità femminile deriva direttamente dall’Artemide greca (nella sua connotazione di divinità eloquente), ed era venerata principalmente dagli spartani.
Il culto è arrivato nel Nord Italia grazie al commercio lungo i centri economici dell’Adriatico: traccia di questo processo si ritrova nella somiglianza fra l’alfabeto Messapico e tanto l’alfabeto runico quanto quello greco (la cultura autoctona Salentina è riconosciutamente di derivazione greca, molto più che romana).






Tab. 1-  Alfabeto messapico


I santuari dedicati a Reitia, associata con l’eloquenza e la scrittura, spaziano dalla zona del Po all’attuale Austria, mostrando una mappa geograficamente favorevole allo scambio culturale fra le tribù germaniche (in particolare, acconta per questo periodo la presenza sia di Cimbri che di Teutoni nell’area, come ulteriore testimonianza di una trasmissione da sud a nord e di un’influenza Celtica che poi spazierà anche nel nord Italia, ricamando influenze sulle tribù locali che ancora andranno ad influenzare quelle germaniche, e ne verranno influenzate a loro volta).

Per quanto riguarda la diffusione ancora più a nord, nei paesi scandinavi, è probabilmente passata per la Danimarca. Intorno al 200 DC, la Danimarca era al centro di un fiorente commercio che univa sud e nord Europa, come dimostrato dai ritrovamenti di beni di lusso importati da Roma e dalle numerose iscrizioni runiche nei reperti dell’epoca (un aumento della scrittura è spesso collegato ad un aumento degli scambi economici, di cui si tiene traccia scritta).
E’ però peculiare come queste iscrizioni non siano di natura contabile, ma vadano a designare la  proprietà (di beni di lusso o armi, in molti casi), oppure rappresentino iscrizioni in oggetti votivi.
Personalmente, ritengo che questo utilizzo sia indicazione con l’origine Etrusca delle rune, poichè Reitia vanta una doppia connotazione come divinità guerriera e divinità eloquente, caratteristiche che poi ritroveremo in Odino.
L’associazione con il prestigio e la ricchezza rimarrà una caratteristica tipica delle iscrizioni runiche durante tutta la storia del loro utilizzo, come testimoniato dalla distribuzione delle pietre runiche in Scandinavia, concentrate nelle aree economicamente più ricche.

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