L’origine
storica delle rune è un tema attualmente ancora dibattuto, e le ipotesi a
riguardo si avvicendano da più di un secolo.
Una teoria particolarmente affascinante e documentata vede l’origine del
Futhark nell’alfabeto Nord-Etrusco, con cui effettivamente sono evidenti
notevoli somiglianze già ad una prima occhiata.
E’ necessario premettere che l’alfabeto Nord-Etrusco deriva dall’alfabeto
Etrusco, che ha notoriamente subito influenze greche nella sua genesi;
l’alfabeto greco a sua volta raccoglie influenze mediorientali, per cui chi
ravvisa nelle rune somiglianze con l’alfabeto armeno o greco sta vedendo bene:
le influenze Indoeuropee sono articolate e complesse.
Semplicemente, a mio parere, l’alfabeto Nord-Etrusco è quello da cui l’alfabeto
runico prende le sue discendenze più dirette.
Ritengo che la via seguita dalla diffusione degli alfabeti, in questo caso, sia
una delle più ovvie: la via dello scambio economico.
Nel Nord-Est dell’Italia era diffuso, già nei secoli AC, il culto di Reitia: questa divinità femminile
deriva direttamente dall’Artemide greca (nella sua connotazione di divinità
eloquente), ed era venerata principalmente dagli spartani.
Il culto è arrivato nel Nord Italia grazie al commercio lungo i centri
economici dell’Adriatico: traccia di questo processo si ritrova nella
somiglianza fra l’alfabeto Messapico e tanto l’alfabeto runico quanto quello
greco (la cultura autoctona Salentina è riconosciutamente di derivazione greca,
molto più che romana).
Tab. 1-
Alfabeto messapico
I santuari dedicati a Reitia, associata con l’eloquenza e la scrittura, spaziano
dalla zona del Po all’attuale Austria, mostrando una mappa geograficamente
favorevole allo scambio culturale fra le tribù germaniche (in particolare,
acconta per questo periodo la presenza sia di Cimbri che di Teutoni nell’area,
come ulteriore testimonianza di una trasmissione da sud a nord e di
un’influenza Celtica che poi spazierà anche nel nord Italia, ricamando
influenze sulle tribù locali che ancora andranno ad influenzare quelle
germaniche, e ne verranno influenzate a loro volta).
Per quanto riguarda la diffusione ancora più a nord, nei paesi scandinavi, è
probabilmente passata per la Danimarca.
Intorno al 200 DC, la Danimarca era al centro di un fiorente commercio che
univa sud e nord Europa, come dimostrato dai ritrovamenti di beni di lusso
importati da Roma e dalle numerose iscrizioni runiche nei reperti dell’epoca
(un aumento della scrittura è spesso collegato ad un aumento degli scambi
economici, di cui si tiene traccia scritta).
E’ però peculiare come queste iscrizioni non siano di natura contabile, ma
vadano a designare la proprietà (di beni
di lusso o armi, in molti casi), oppure rappresentino iscrizioni in oggetti
votivi.
Personalmente, ritengo che questo utilizzo sia indicazione con l’origine
Etrusca delle rune, poichè Reitia vanta una doppia connotazione come divinità
guerriera e divinità eloquente, caratteristiche che poi ritroveremo in Odino.
L’associazione con il prestigio e la ricchezza rimarrà una caratteristica
tipica delle iscrizioni runiche durante tutta la storia del loro utilizzo, come
testimoniato dalla distribuzione delle pietre runiche in Scandinavia,
concentrate nelle aree economicamente più ricche.
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