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martedì 24 luglio 2018

Lo sputo ed il mito di Kvasir

L’uomo arcaico riteneva che lo sputo avesse proprietà magiche dettate dalle intenzioni di colui che compiva l'atto pratico dello sputare. Lo sputare e quella pletora di riti incentrati sul sangue presentano molti punti in comune essendone protagonisti in entrambi i casi dei fluidi necessari alla vita. Ancora oggi si associano questi due fluidi agli stati d'animo; l’ira fa ribollire il sangue, si sputa per disprezzo, si sputano parole di odio, la salivazione aumenta davanti alle leccornie mentre si riduce nel momento in cui si ha paura.

Nella mitologia antica, alla stregua del respiro o della parola divina, lo sputo è un vascello usato per generare nuova vita; è esemplare il caso della divinità egiziana Atem che genererò i suoi due figli Shu e Tefnet - il primo è personificazione divina dell'aria e del respiro mentre la seconda è la dea dell'umido (i.e. richiamo allo sputo) - sputandoli fuori dalla bocca, luogo in cui erano stati generati.

Altro esempio di narrazione nel quale dall'atto dello sputare si origina nuova vita mitologia è parte integrante della mitologia scandinava. Gli Æsir ed i Vanir sputarono in una coppa come segno di riconciliazione dopo un lungo conflitto - l’atto dello sputare per alcune genti è principio inderogabile per stipulare un’alleanza; basti pensare che tuttora in Africa orientale due individui stringono amicizia sputandosi reciprocamente in bocca.
Da quello sputo gli Æsir diedero vita ad un uomo chiamato Kvasir, segno vivente della novella pace. Egli pur essendo l'essere più saggio mai esistito non potè scampare al suo fato; fu infatti assassinato dai due nani Fjalarr e Galarr i quali, mescolando il suo sangue con il miele e lasciandolo fermentare, diedero origine ad una bevanda che era fonte di somma ispirazione poetica; l'idromele.
In seguito Odino decise di recuperare questo idromele che era divenuto dopo varie peripezie il tesoro prediletto del gigante Suttungr; Odino con l'inganno riuscì a berne ogni goccia ed a portarne gran parte ad Ásgarðr dove lo vomitò in una grande coppa ma nel fuggire da Suttungr ne perse molte gocce che divennero fonte d'ispirazione di quei bassi poeti che non sono ispirati dagli Dèi. Ecco che sputo e sangue divengono fra loro indistinguibili in quanto l’uno trasforma l’altro e divengono assieme con l’idromele sorgenti d’ispirazione per guerrieri e poeti.
Il fatto che Kvasir sia dotato di grande saggezza è dovuto alla sua nascita dalla saliva degli Dèi; si potrà arguire che le salive divine portano saggezza proprio per la loro natura divina ma presso diverse culture antiche ed attuali sono presenti riferimenti alla saliva - sia essa umana od animale - come portatrice di saggezza. In una fiaba macedone un serpente, per ringraziare un uomo che lo ha salvato, gli sputa in bocca e grazie a questo gesto l’uomo riesce a comprendere ed a parlare fluentemente il linguaggio degli animali o - secondo altre versioni della stessa - acquisisce virtù profetiche (Eschker, 1998: 141, 206). Vi sono alcuni casi in cui la saliva e lo sputo assumono valenza opposta divenendo detrattori di saggezza. In alcune versioni del mito greco di Glauco, il medico-indovino Polyidos, dopo aver insegnato a Glauco l’arte della mantica e volendo che la sua mente se la dimenticasse, gli sputò in bocca (Paladino, 1978).

La saliva è anche strumento d'iniziazione; basti pensare al caso dei Luba dello Zaire. Per essere iniziato come stregone della tribù, un individuo deve bere una mistura contenente la saliva degli anziani tutti. Compiendo questo gesto il novello stregone viene benedetto dagli anziani i quali eserciteranno su di lui un totale ed eterno controllo.

La saliva ha anche una valenza protettiva; basti pensare che nell'Europa meridionale ogni elogio è spesso accompagnato dallo sputare al fine di allontanare il malocchio - alcune genti, temendo l’invidia e l'ira degli dei, sono solite sputare per ben tre volte.
Un tempo nell'Europa occidentale si era soliti sputare in terra qualora si fosse incontrato od un gatto nero od una gazza - animali di norma associati alle streghe - qualora si fosse pronunciato il nome di una persona morta al fine di scongiurarne il ritorno. Si era soliti poi sputare prima di buttare via unghie e capelli al fine di scongiurarne un nefasto uso da parte di streghe.
Sputando si invoca la buona fortuna; basti pensare a quando un individuo sputa sulle proprie mani prima di iniziare un lavoro difficile.

L'usare la saliva come "fluido di guarigione" è infine una pratica adottata in varie parti del mondo; basti pensare a Maometto che per guarire mescolò assieme argilla e sputo e ne fece un cataplasma ed al Cristo che tramite una mistura di sputo e argilla restituì la vista ad un cieco. Le genti dell’arcipelago indonesiano di Babar, qualora dovessero ammalarsi, sono solite sputare dentro un recipiente che una volta sigillato viene posto su di una barca fra i flutti dell'oceano.
In alcuni racconti popolari il protagonista riottiene la facoltà di parola tramite lo sputo; in altri la possessione demoniaca del protagonista viene esorcizzata con lo sputo che allontana così il maligno.
Oltre al diffuso valore terapeutico della saliva, esistono casi etnografici, tuttora carenti di studi specifici, in cui la saliva possiede un valore simbolico e rituale come elemento portatore di saggezza. Fra i Chibcha colombiani la saliva dello sciamano (cacique) è considerata sacra e svolge un ruolo cerimoniale importante nella preparazione rituale della chicha. E’ noto anche che presso diverse tribù del nordest brasiliano la saliva assume valori terapeutici seguendo un’articolata differenziazione fra saliva ottenuta in seguito a prolungato digiuno (“sputo vergine”), saliva del fumatore di pipa di tabacco, saliva del masticatore di foglie di tabacco, ecc. (Gonçalves da Lima, 1990: 332).

Tratto dall’enciclopedia delle religioni diretto da Mircea Eliade, volume 4 – annmari ronnberg. Per la bibliografia dettagliata vedere il volume 4, nel paragrafo dedicato alla saliva.

Orlando, in collaborazione con le vie di Wodanaz

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