Da parecchio tempo a questa, almeno a partire dagli anni ‘60 del secolo scorso, si è venuto a formare in Occidente un “nuovo”, si fa per dire, tipo di religiosità.
Questi novello culto, figlio bastardo del pacifismo hippies e di una visione puramente cristiana della morale, si è diffuso a macchia d’olio distorcendo e rovinando tutto quanto aveva la sfortuna di capitare sotto le sue luride e schifose manacce.
Sincretico, di un sincretismo beota e non ragionato, spesso addirittura tendente alla monolatria, questo malnato culto fa della debolezza la sua ragione d’esistere.
Per esso il buddismo diviene religione di pace, così come lo sciamanesimo, che tanto invece è da legarsi alla concezioni ben più sacre e alte di predestinazione, riflessione del sé ed etica guerriera.
Questo processo, assai malvisto dai popoli che ancora praticano le antiche vie, ha guadagnato loro il soprannome di “sciamani di plastica” e, a parere del sottoscritto, contribuito a indebolire ulteriormente una società già asfittica, soffocata dal cristianesimo.
È necessario capire, specialmente tra coloro che praticano seriamente, che non esiste collaborazione possibile con queste genti.
Gli Dèi non sono pacifici, men che meno pacifisti, la vita è guerra, guerra di religione.
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