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martedì 18 settembre 2018

C’è un Re pazzo in estremo oriente

Una leggera pioggia bagna le terre collinose, uomini a cavallo, il viso sferzato dal vento, cavalcano lentamente verso il loro destino. 

Legno, osso e corno, i loro archi riposano in attesa del momento terribile.

Nimi li guida, pazzo Re, primo fra i pari, sempre pronto alla lotta quanto alle risa, la sua mente e il suo spirito vagano inquieti, perennemente in bilico fra l’euforia e la cupezza, fra la saggezza e una totale follia. 


Ai confini di un vasto Impero conduce i suoi uomini, bramosi di gloria e bottino, di canzoni e fuochi. 


Nimi si corica con le veggenti, parla con gli Dèi, vede ciò che fu, accetta ciò che sarà, ulula alla luna insieme ai lupi e caccia solitario nelle buie foreste seguendo il richiamo di tamburi sacri, segreti ad ogni altro uomo. 

Nudo lascia il proprio accampamento all’imbrunire per tornare, al sorgere del sole, coperto di pelli, nervi e sangue. 


C’è un Re pazzo in estremo Oriente, oltre i confini della civiltà, fra foreste e colline dove le tigri attendono. 

C’è un Re saggio in estremo oriente che danza nel buio e segue la luce, che obbedisce agli Dèi e tende a tutto ciò che è sacro e vero. 

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