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lunedì 3 settembre 2018

Svastica, parte I

La svastica è un archetipo, un simbolo primordiale e universalmente utilizzato.
Il termine Svastica, che venne integrato in Europa solo verso la fine dell’ottocento, trova la sua origine dal sanscrito vedico, nella sua accezione maschile di "Lo Svastika" parola composita dai numerosi significati diramati nelle varie culture planetarie. Simbolicamente mantiene una primaria accezione legata alla sorte favorevole, alla buona salute e ai fausti auspici.
In Grecia veniva chiamato gammadion (Greco: τετραγαμμάδιον. Latino: crux gammata) ed era in uso sin dal paleolitico come simbolo di fertilità, ma i reperti più antichi sono quelli neolitici, ritrovati a Mezin nei pressi del confine fra Russia e Ucraina, ove sono stati rinvenuti svariati oggetti di uso quotidiano e rituale, fra cui un monile in avorio di mammut, con incise sopra numerose forme geometriche che richiamano alla svastica e al meandro ellenico.
Numerosi altri siti archeologici nel cuore dell’Asia centrale hanno confermato l’utilizzo di questo simbolo da parte dei popoli dei carri e delle fortezze. Si sta parlando ovviamente di quelle civiltà di chiara ascendenza indoariana ed iranica che consolidarono la base delle varie società euroasiatiche nel corso dei successivi millenni, non a caso ci si riferisce a questi popoli inquadrandoli in un arco temporale piuttosto vasto, che spazia dai villaggi caucasici del 15.000 a.e.v. fino alle tribù della Russia Siberiana.
Queste ultime, ci hanno lasciato la più antica statua lignea di carattere presumibilmente totemico al mondo, ovvero l’Idolo di Šigir [1]. Si presume che possa essere stato intagliato attorno al 9.000 circa a.e.v. utilizzando stili misti fra quello dei popoli indoeuropei e di lingua ugrofinnica; ciò conferisce all'uomo contemporaneo una parziale idea di quanto tali civiltà fossero avanzate a livello spirituale e simbolico.
In tutta Europa è possibile riconoscere la svastica come simbolo indoeuropeo legato per carattere geometrico al culto solare, il carro di Trundholm e il disco celtico hanno punti in comune con il simbolo in questione, il quale si presenta in una variegatissima serie di forme: alcune rigide e spigolose, altre morbide e in movimento, quasi a ricordare figure zoomorfe o vegetali. 
In Occidente è stato un simbolo abbondantemente utilizzato da ogni civiltà, da quella più avanzata tecnicamente fino alla tribale, divenendo un marchio unificatore fra i vari popoli europei e non. Senza considerare i ben noti bassorilievi greci a meandri e svastiche continue o le croci delle antiche chiese e sinagoghe levantine, pensiamo all'uso di questo simbolo nel settore dell’oreficeria vicino orientale ed etrusca, nella forgiatura per scopi civili e bellici, nella pittura vascolare, nella sartoria e nell'arte mosaicale, fulgido esempio di quest’ultima è la Villa del Casale a Piazza Armerina in Sicilia. La stessa Rosa camuna, altro simbolo di areale indoeuropeo e oggi presente sulla bandiera della Regione Lombardia, fu rinvenuta più volte nella versione a svastica. 

In quanto simbolo universale, essa era già nota anche ai popoli nativi americani del nord e del centro America, con accezioni terapeutiche e legate ai miti della creazione. Dunque dovrei spendere molto tempo a riportare tutte le apparizioni della svastica, perciò d'ora in poi ci limiteremo al contesto slavo e ai vicini Balcani, partendo dall'uso che ne fecero vari partiti politici nel '900.

Note:
- [1] L'idolo di Šigir (in russo: Шигирский идол, traslitterato: Šigirskij Idol) è la più antica scultura in legno del mondo, creata nel Mesolitico, intorno al 9.000 a.C. È stata ritrovata nei pressi di Kirovgrad in Russia, sul versante est degli Urali, ed è conservata presso la Collezione Preistorica del Museo di Storia Regionale dell'Oblast' di Sverdlovsk, a Ekaterinburg, Russia. Prende il nome dalla località in cui è avvenuto il ritrovamento.

In collaborazione con la pagina FB Slavic Polytheism and Folklore notes

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