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sabato 1 dicembre 2018

Teodorico, parte II

Gli Ostrogoti avevano un continuo bisogno di spazio ed essendo pastori nomadi dotati di poche nozioni di agricoltura la vita sedentaria non faceva per loro; quando l’imperatore della Pars Orentis ammassò il grosso del suo esercito ad Oriente trascurando però la Macedonia, Teodorico ne approfittò e colte di sorpresa le poche truppe bizantine lì stanziate le travolse occupandone il territorio.
L’imperatore Zenone Flavio che nel 474, anno della morte di Teodemiro, succedette a Leone I il Trace decise di trattare con gli ostrogoti i quali in cambio del possesso della Macedonia deposero le armi sino al 478 anno in cui invasero la Scizia.

I comportamenti ambigui e imprevedibili spinsero l’imperatore a nominare nel 484 Teodorico console nella speranza di placare la sua sete di conquista; fu però un fallimento politico dacché solo due anni dopo gli ostrogoti guidati dal loro re invasero la Tracia ed assediarono senza risultati la stessa Bisanzio. A quel punto Zenone invitò Teodorico ad occupare la penisola italiana governata dal generale Odoacre, inviso alla corte di Bisanzio per il forte consenso che aveva racimolato fra le fila del senato romano e fra un'ampia fetta della popolazione tanto da ricevere il titolo di ‘rex gentium’ (i.e. “sovrano delle genti”); lo scopo era quello di indebolire in un sol colpo le due più grandi minacce che gravavano sulla corte di Bisanzio, Teodorico ed Odoacre. Teodorico accettò volentieri e nel 488 un intero popolo composto da 250.000 persone di cui 50.000 mila in assetto da guerra emigrò verso la penisola italiana con qualche mercenario greco di rinforzo per conquistarla e crearsi un nuovo futuro.
Giunto ai confini della Dacia Teodorico chiese il permesso di transito ai Gepidi ma questi si opposero fermamente; dopo il loro rifiuto li sconfisse, distrusse i loro accampamenti e arruolò fra i suoi ranghi i pochi superstiti.

L’anno seguente valicò le Alpi Giulie e giunse finalmente in Italia dove Odoacre non si lasciò trovare impreparato; egli aveva costruito preventivamente fortificazioni e scavato trincee sulle rive dell’Isonzo. Il 28 Agosto 489 gli ostrogoti si scontrarono con l’esercito nemico asserraglia sull’Isonzo e lì lo sconfissero; la battaglia di Verona del 30 Settembre 489 si risolse con il medesimo epilogo.
Odoacre spaventato dall’esito delle ultime battaglie si dette alla fuga; optò in un primo momento per Roma ma dovette rinunciarvi data la cattiva fama che aveva tra i romani che lo detestavano. Dopo aver devastato il Lazio Odoacre si rifugiò a Ravenna.
Teodorico a quel punto occupò Milano dove le retrovie avversarie avevano trovato riparo e lì i seguaci di Odoacre vennero fatti prigionieri. Curioso è il caso del generale delle truppe nemiche Tufa che chiese di essere arruolato fra i ranghi ostrogoti; una volta a capo di quel contingente gotico che aveva il compito di assediare Ravenna, Tufa si rimise agli ordini di Odoacre causando la morte e la cattura di molti dei suoi soldati e facendo vacillare le sorti del conflitto.

A quel punto Teodorico lasciò Milano e partì per finire il compito dell’impostore; ammassò le truppe in un ampio fossato intorno alle mura di Ravenna che sembravano imprendibili e lì attese. Con l’assedio di Ravenna ancora in corso, Teodorico partì per Roma, la città eterna, dove venne accolto
come liberatore, per poi continuare verso il Mezzogiorno che pacificamente gli si sottomise.
 Dopo quasi tre anni di scontri, con il suo porto ostruito da un blocco navale, divorata dalla fame Ravenna capitolò il 25 Febbraio 493. Venne firmata la pace e Odoacre invocò clemenza e consegnò il proprio figlio Telano come ostaggio.

Il 5 Marzo 493 Teodorico, nuovo regnante di ciò che rimaneva della Pars Occidentis dell'Impero, sfilò a cavallo in città tra il popolo entusiasta; ci furono festeggiamenti ed un banchetto in onore dello stesso Odoacre che terminò con l’uccisione di quest’ultimo e dei i suoi parenti. Secondo alcuni cronachisti a lui coevi, Odoacre venne ucciso perché cercò di corrompere i luogotenenti gotici mentre stando a quanto scrisse Procopio perché propose a Teodorico di governare insieme a lui.
In ogni caso ciò dimostra che la sfacciataggine non paga. 


1 commento:

  1. O forse Teodorico era un bugiardo, mi duole pensarlo poiché l'ho sempre amato, ma questo particolare mi fa sospettare. Riflettendoci bene: se hai stravinto, perché scendere a patti con l'assediato? E se non hai stravinto ma entri nella città del tuo nemico invitandolo pure a cena, viene il sospetto che tu abbia mentito proponendo una resa condizionata che NON hai mai avuto intenzione di rispettare, o sbaglio?

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