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Prymr, signore dei giganti, si preparava ad accogliere la sposa. Egli disse: “Presto, preparate le panche per ricevere Freyja figlia di Njörðr! Io possego vacche e buoi dalle corna d’oro e ho molti gioielli, collane e tesori, tuttavia lei sola mi manca”.
Alla sera fu preparato un grandioso banchetto e ai giganti fu servita la birra. Thor era assai affamato e mangiò avidamente: da solo divorò un bue e otto salmoni, bocconi prelibati destinati alle donne; inoltre bevve ben tre litri di idromele. Prymr ne fu meravigliato e insospettito; perciò disse: “Hai mai visto una sposa mangiare tanto avidamente e una donna bere tanto idromele?” L’ancella espertissima e astuta che stava che stava seduta di fronte s’affrettò a spiegare: “Freyja non toccava cibo da otto giorni tanto era il suo desiderio di venire in Jotunheimr”. Prymr parve convinto; di nuovo tuttavia si meravigliò e si insospettì quando si chinò sulla sposa per baciarla: lo sguardo era così infuocato che egli fece un balzo all’indietro nella sala del banchetto. Allora domandò: “Perché sono tanto terribili gli occhi di freyja? Sembra proprio che in essi vi sia fuoco che arde”. L’ancella espertissima e astuta che stava seduta di fronte s’affrettò a spiegare: “Freyja non chiudeva occhio da otto notti, tanto era il suo desiderio di venire in Jotunheimr”.
In quel momento entrò nella sala la sorella del gigante e volle chiederle un dono nuziale; ella disse a Thor: “Togli dalle tue mani gli anelli d’oro se vuoi conquistarti la mia benevolenza e il mio amore!” Allora parlò Prymr, signore dei giganti: “Portate il martello per consacrare la sposa, ponete Mjollnir sul suo grembo e consacrateci insieme per la mano di Vàr!” Gioì Thor nel profondo del cuore, quando riconobbe il martello: subito lo afferrò e colpì a morte Prymr per primo e subito dopo tutti i suoi. Né risparmiò la vita alla sorella del gigante: lei, che aveva osato chiedere i doni nuziali, ebbe una martellata al posto dell’oro, botte sonanti invece che anelli.
Così il figlio di odino recuperò il martello prezioso.
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Questo mito presenta molti particolari interessanti, primo fra tutti il furto del martello di Thor, strumento vitale per l’equilibrio cosmico.
Vi è poi l’aiuto di Loki, emblema dell’inaspettato e necessario supporto dettato dalla condizione ontologica dell’essere umano - ricordiamoci che gli inganni e la furbizia sono sempre esistiti - per un fine superiore e sacro.
L’aiuto iniziale di Freyja e il rifiuto di andare in sposa al gigante vanno a dimostrare che non bisogna mai vendersi a nessuno.
Il travestimento di Thor è un semplice mezzo per raggiungere un fine superiore; nonostante questo gesto sia degradante per Thor, egli lo compie per il bene della comunità tutta.
La sorella del gigante che chiede gli anelli al dio del tuono a causa del suo mammonismo, mettendo non solo a repentaglio il matrimonio ma vendendo il suo rispetto per cose materiali sono la prova che atteggiamenti contro la famiglia portano solo a una meritata e triste fine.
Il paganesimo ai nostri giorni è spesso inteso come un semplice veicolo di modernità e di degenerazione ma quando la scintilla divina tornerà ad animare gli animi esso ritornerà a splendere come il tuono.
Fonti:
- I miti nordici, Gianna Chiesa Isnardi, pag. 118-121.
Riccardo Ghergia in collaborazione con le vie di Wodanaz
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