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martedì 21 agosto 2018

Von Ungern e il sogno di un’Eurasia mistica Parte I

Su questo personaggio, spesso poco conosciuto o eccessivamente mistificato, non è facile trovare informazioni senza cadere nella parzialità o, ancor più facilmente, nella banalità.

Chi fu, chi è, realmente, Roman von Ungern Sternberg? Fu “solo” un signore della guerra, un soldato di indubbio coraggio capace di svettare fra i propri simili o fu qualcosa di più? 

Occorre andare per gradi, l’argomento è tutt’altro che semplice ed occorre separare la realtà dalle mistificazioni, adottare un occhio critico e saper diffidare sia dei suoi numerosi detrattori (che furono molti, specialmente in seno all’ideologia da lui a lungo combattuta) che dei suoi acritici fan.

Partiamo da un presupposto: von Ungern non è un’icona pop, tutto il suo operato, oserei dire la sua intera vita, è stata dedicata alla lotta contro la massificazione degradante, egli non è stato nemmeno il coraggioso difensore delle brave genti di Russia e Oriente dalla barbarie rivoluzionaria come molti suoi ammiratori, specialmente in ambito cristiano ortodosso, vorrebbero dipingerlo.


Ungern fu molto, molto di più, fu un personaggio eroico che disprezzava i valori borghesi ben più di quanto non disprezzasse l’opera rivoluzionaria, ben sapeva, del resto, che la seconda è l’ovvia evoluzione della prima. In un mondo senza principi, senza spiritualità, nel quale gli Dèi e i templi giacciono dimenticati o ridotti ad una mera rappresentazione approssimativa ed in salsa monoteista egli vide nel ritorno ad una nuova epoca di mezzo la via per la salvezza dell’Eurasia.

La spiritualità orientale, che egli conobbe fin dalla primissima infanzia, fu per lui di primaria importanza, essa gli permise, in un’epoca ancora fortemente compromessa dagli i flussi del Dio del deserto, di riscoprire Dèi assai più antichi, di poter sognare un mondo realmente eterno. 

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