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mercoledì 22 agosto 2018

Von Ungern e il sogno di un’Eurasia mistica Parte II

Gli sconvolgimenti politici che portarono alla caduta dell’Impero cinese, antico e forte ma marcio nelle fondamenta, e che provocarono la liberazione dei mongoli dopo secoli di sudditanza agli Han, impressionarono il giovane Roman che, abbandonata momentaneamente la carriera militare nell’Impero Russo, si recò, senza nemmeno attendere il permesso di pensionamento, nelle aride steppe mongole.

Su questa prima esperienza mongola le teorie si sprecano, di sicuro sappiamo che von Ungern viaggiò a lungo, a cavallo, scarsamente accompagnato ed equipaggiato, in un ambiente per lui nuovo.

C’è chi dice che combatté al servizio di alcuni Principi locali, chi sostiene che, messa insieme una oste, si diede al banditaggio ai danni degli occupanti e dei mercanti cinesi, altri ancora dicono che non ebbe modo di prendere parte ai combattimenti, se non in minima parte.

Quale che fu il suo comportamento di certo questa esperienza ebbe un grande valore nella formazione del suo progetto futuro, egli vide nei mongoli i cavalieri del destino, assopiti, apparentemente spenti come il fuoco di una yurta, dopo secoli di dominio straniero, ma pronti come il focolare domestico a riprendere vita tra le abili mani di un condottiero.

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