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mercoledì 30 maggio 2018

Arianesimo e Politeismo germanico, parte II

I successivi imperatori combatterono con tutte le loro forze l'eresia ariana così definita sotto Teodosio imperatore. Ciononostante l'Arianesimo si diffuse grazie all'operato di Ulfila fra i visigoti ed il resto dei popoli germanici; esemplare è il caso di Fritigil regina dei Marcomanni che si convertì al credo ariano. Alcuni studiosi ritengono che alla base di queste conversioni vi fosse il fatto che i popoli germanici entrarono in contatto con zone dell'Impero nelle quali l'Arianesimo si era in precedenza diffuso; l'esempio principe che molti fanno è quello dei Visigoti che si scontrarono con Valente imperatore della Pars Orientis dove sotto Costanzo la dottrina ariana era fortemente radicata.

Non c'è niente di più sbagliato. Il motivo che spinse membri dei popoli germanici ad accettare l'arianesimo (i.e. non a convertirsi) è legato proprio a quel principio di subordinazione introdotto da Ario nel 320 d.C. che involontariamente definì la struttura trinitaria in un modo più vicino alla struttura gerarchica del pantheon del politeismo germanico; secondo quest’ultimo Thunraz pur essendo un Dio alla stregua di suo padre Wōđanaz era a quest’ultimo sottoposto. In più Wōđanaz era padre di tutti gli Dèi e creatore di tutte le cose alla stregua di come il Padre trinitario era per Ario creatore del Figlio suo e del mondo.

Furono queste le ragioni che spinsero i popoli germanici ad accettare l'Arianesimo e non il Cristianesimo della Grande Chiesa. Fra gli stessi longobardi che discesero nella penisola italiana nel 568-569 d.C. ve ne erano molti di fede ariana fra cui lo stesso Alboino. Questi verso la metà del 500 d.C. sconfisse Cunimondo, il re dei Gepidi, dal cui cranio ricavò una coppa dalla quale bere e ne sposò la figlia Rosamunda la quale fu costretta a bere dalla suddetta coppa. "Quest'uso, connesso con la credenza di assimilare così la forza del nemico ucciso, attesta sicuramente […] il sopravvivere del paganesimo alla corte stessa del re." (Lidia Capo, commento al Liber I della Historia Longobardorum di Paul Warnefried)

La maggioranza di questi accolsero quindi questa dottrina come un modo per rendersi presentabili agli occhi dei Cristiani mantenendo però sempre viva dentro di loro la fiamma degli antichi Dèi; lo spirito universalista della religione del Cristo bianco fu inizialmente respinto e scacciato.

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