È importante, per chi davvero crede e vive delle antiche vie, sacrificare ai propri Dèi, seguire rituali propri ed offrire i frutti della terra.
Non è necessario esagerare in queste pratiche, che vanno utilizzati con cura, quando necessario per glorificare le nostre divinità e rendere viva l testimonianza della nostra fede.
Vale poi la pena ricordare di come i nostri Dèi non necessitino di sacrifici continui ed esagerati, siamo noi, con questo atti, a rendere volontario omaggio a loro riconoscendo il bisogno della loro guida.
Citando il discorso dell’eccelso:
“È meglio non essere invocato
che [ricevere] troppi sacrifici:
un dono è sempre per un compenso.
È meglio essere senza offerte
che [ricevere] troppe immolazioni.”
(Hávámal, verso 145)
Molte cose possono essere sacrificate, ovvero rese sacre, che si tratti di cibo o bevande, in questo caso meglio se fermentate in quanto la fermentazione è vita, fino all’accensione di un fuoco o la realizzazione di un oggetto rituale.
Il toccare spesso un simbolo sacro, quali un martello Mjöllnir od una lancia Gungnir, può essere considerato come un segno di rispetto verso le divinità.
A rimanere valido è il sempiterno principio del buonsenso, sia ne l’offrire che nel domandare.
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