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domenica 6 maggio 2018

Re Penda di Mercia, parte II

Riprendiamo oggi la storia di questo grande Re guerriero, prediletto dagli Dèi e sangue di Wodan, e delle sue imprese in quella che fu la seconda parte del suo regno, caratterizzata da un deciso arresto dell’avanzata cristiana e da una conseguente ripresa della vera fede.

A seguito di Maserfield Penda divenne, de facto, la nuova potenza egemone della regione, in grado di opporsi e limitare il sempre crescente strapotere cristiano.
Riuscì ad imporre al Wessex un sovrano a lui gradito nella figura di Cenwalh, nobiluomo sassone del quale lo stesso Penda aveva sposato la sorella, a contenere il potere degli Angli di Deira e Bernicia (anche se non mancarono, come vedremo sotto, unioni politiche fra le due parti) e a frenare le scorrerie dei britanni. 

Lo strapotere della Chiesa cattolica era però difficile da arginare, con preti e monaci perennemente a caccia di povere genti da convertire con l’inganno e le minacce ed alti ecclesiastici ben infiltrati in quasi ogni corte delle isole britanniche. La tolleranza dell’antica fede, e dello stesso Re che ne era in questi tempi di resistenza l’araldo, giocava a favore del Dio del deserto e dei suoi fanatici seguaci, ben presto, specialmente a seguito del matrimonio di Peada, figlio di Penda, con Alhflaed figlia di Oswiudi Deira, la middle Anglia fu invasa da una miriade di predicatori ed ecclesiastici, pronti a seminare discordia, distruggere tempi della vera fede e tentare la conversione di quante più persone possibili, un comportamento da mercanti di anime quali erano del resto. 

Anche in questo periodo, tuttavia, non mancarono guerre e scontri con i vicini, nel 645 e.c. Penda guidò una spedizione nel Wessex tesa ad allontanare il suo ex pupillo e cognato Cenwealh, si crede a causa degli accordi che quest’ultimo aveva preso con gli ormai preponderanti regni cristiani a lui vicini in chiave anti merciana, in questo anno è da collocarsi anche la conversione di questo Re al cristianesimo, forse per opportunità politica (il cristianesimo del resto offriva un sistema di governo più centralizzato e adatto a dominare su vaste aree) o per tramite di una nobildonna (o una regina) di nome Anna, originaria dell’Anglia Orientale, zona nella quale il Re in fuga si rifugiò. 

La tensione politica restò comunque altissima e fu proprio una crisi di questo tipo, probabilmente orchestrata da Aethelheredell'Anglia orientale, a condurre nel 655 e.c nuovamente alla guerra aperta.
Penda, insieme ad una trentina di signori della guerra a lui alleati, marciò contro la Bernicia di Oswiu, arrivando, conquista dopo conquista, ad assediare Iudeu (probabilmente Stirling, destinata a diventare famosa secoli dopo per un’altra battaglia) nella parte settentrionale del regno nemico. 
Oswiu fu quindi costretto alla pace e al pagamento di un grosso tributo che Re Penda, dimostrandosi fedele alle antiche usanze, divise fra sé, i propri alleati ed i propri uomini, diede inoltre il proprio figlio, Ecgfrith, come ostaggio ed il giovane venne mandato nella Mercia.
L’esercito merciano prese quindi la via di casa e molti signori della guerra presero strade diverse, ognuno diretto nei propri domini, fu durante questa marcia che avvenne l’imboscata passata alla storia come la battaglia di Winwaed.

Le forze di Penda, sorprese in una posizione sfavorevole, in marcia e probabilmente a cavallo di un guado, vennero attaccate a sorpresa dagli uomini di Oswiu che, ben lontano dal voler rispettare la tregua appena concordata, vide nella separazione di Penda dalla maggior parte dei suoi alleati l’occasione giusta per colpire. A rendere ancor più grave la situazione si aggiunse la fuga di Cadafael ap Cynfeddw, alleato gallese di Penda, che si allontanò dal luogo dello scontro lasciando il proprio alleato solo ed isolato innanzi al nemico, da quel giorno in poi questo sovrano fu noto come “l’evita battaglie” e questo nomignolo lo tormentò per il resto della vita. Morì pochi anni dopo, privo di alleati potenti venne ucciso e sostituito da uno dei suoi rivali. 

Anche Re Aethelwald di Deira, che pur in principio aveva partecipato alla battaglia, si ritirò dopo poche schermaglie lasciando i merciani completamenti soli, in balia di un nemico assai più numeroso.

Finisce qui la vita terrena di Re Penda, morto a ottantun’anni, circondato dai propri amici e consiglieri, spada in pugno. Un uomo coraggioso, estremamente leale agli Dèi, alla propria fede e al proprio popolo, ora festeggia con gli Dèi e gli eroi nelle sale del Valhǫll, in attesa che giunga la fine di questa età del lupo.

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