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giovedì 24 maggio 2018

Crociate e Cristianità

Le svariate crociate che si susseguirono dal 1095 sino al 1291 nel Vicino Oriente vengono dai più ritenute emblema della lotta santa portata avanti dai principi europei contro il dilagare della fede islamica nei territori sacri per la cristianità.

A tutt’oggi si è soliti identificare il fenomeno delle crociate come diretta espressione della concordia creata dalla religione del cristo bianco fra i vari regni europei un tempo divisi da culti diversificati ed ora uniti sotto la bandiera universalista del cristianesimo. Le crociate divengono così soggetto primario della lotta allo spadroneggiare dei seguaci dell’Islam lungo le coste tutte del Mediterraneo.

Quanto c’è di vero in questo? Le crociate furono davvero guerre mosse da una schiera di signori uniti dal furor militis christiani? Le crociate funsero davvero da argine al dilagare dell’Islam sul territorio europeo? Scopriamolo assieme.

Prima di inoltrarci in una selva interminabile di accadimenti storici è sufficiente ricordare che la prima crociata indetta da papa Urbano II durante il concilio di Clermont nel 1095 aveva semplice accezione di pellegrinaggio armato e non certo di Guerra Santa; soltanto con la quarta crociata indetta da Innocenzo III nel 1198 si iniziò a parlare di Guerra Santa ma invece di liberare come indicato nell’enciclica papale dell’agosto 1198 la città di Gerusalemme ed il santo sepolcro, la crociata colpì Zara e Costantinopoli che erano, ironia della sorte, due città cristianissime.

Durante la fase iniziale della crociata del 1095 che va sotto il nome di ‘crociata dei poveri’ alcuni manipoli improvvisati di pellegrini armati sotto la guida di un sacerdote cristiano Pietro d’Amiens (i.e. Pietro l’Eremita) ed un drappello autonomo comandato da Gautier Sans-Avoir (i.e. Gualtiero l’Eremita), luogotenente di Pietro, devastarono senza remora alcuna gli svariati territori cristiani che gli si paravano davanti. Gautier Sans-Avoir giunto in Ungheria entrò in conflitto con le genti della città di Semlin per ottenere viveri; per questa ragione al suo arrivo a Costantinopoli il 20 Luglio 1095 fu scortato da drappelli di Peceneghi che formavano la gendarmeria bizantina. Pietro d’Amiens, giunto anch’egli sotto le mura della cristiana Semlin e venuto a conoscenza del fatto che alcuni dei pellegrini al seguito di Gautier erano stati giustiziati per razzia, prese d’assalto la città conquistandola e massacrando quasi 4000 correligionari ungheresi. Gli uomini di Pietro d’Amiens saccheggiarono anche la città cristiana di Belgrado da cui i cittadini erano per la maggior parte fuggiti in territorio bizantino dopo la notizia del massacro di Semlin. Non pago di questo, una volta giunto a Niš, decise di scontrarsi con gli stessi bizantini. Ricongiuntosi con il drappello di Gautier Sans-Avoir nella città di Costantinopoli decisero di muovere guerra ai Selgiuchidi stanziati nei pressi di Nicea. Dopo qualche saccheggio, i pellegrini vennero fatti a pezzi dalle armate turche.

La seconda fase della crociata del 1095 che va sotto il nome di ‘crociata dei nobili’ iniziò nel 1096. Quasi la metà dei dieci nobili al comando delle truppe pellegrine erano segretamente ostili all’imperatore romeo Alessio I Comneno e nonostante fossero uniti da un unico obbiettivo, la presa di Gerusalemme, proseguirono lungo itinerari differenti per arrivare alla città di Costantinopoli. Quando vi giunsero l’imperatore Alessio I memore delle disavventure con Pietro d’Amiens pose i nobili europei sotto stretta sorveglianza ed in cambio di forniture, armi e vettovaglie impose ai condottieri crociati un giuramento di fedeltà che li vincolava a consegnare a Bisanzio ogni territorio strappato ai Turchi. Quando i crociati mossero verso l’Anatolia il sospetto fra i vertici crociati e le guide romee crebbe a dismisura tanto che i primi accusarono i secondi di essere responsabili delle imboscate dei Turchi Selgiuchidi. Nel 15 Luglio 1099 dopo aver assediato e conquistato Gerusalemme i crociati si abbandonarono a razzie e devastazioni dalle quali i cristiani della città scamparono per puro caso; erano stati infatti allontanati da Iftikhar al-Dawla, capitano della guarnigione fatimide di Gerusalemme, qualche giorno prima. Nacque così il regno di Gerusalemme.

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