“Prendi grasso di fanciullo, Aconito bollito, foglie di
Pioppo, Belladonna, Giusquiamo, Stramonio, Canapa ed altre droghe; mescolale
con bitume di focolare. Aggiungi un gatto scorticato, un rospo[1], una
lucertola ed una vipera e poi al fuoco vivo, finché siano ridotti in cenere.
Quando appaiono vermi pungenti, allora l'unguento sarà pronto. ”
Una famiglia di piante è molto particolare, le “solanacee”.
Non molti sanno che a questa famiglia appartengono ortaggi
di uso comune come le patate, i pomodori e le melanzane (Dal contenuto di
sostanze allucinogene trascurabile nella normale alimentazione e, concentrato
nelle parti verdi degli ortaggi e della pianta stessa).
A questa famiglia appartengono anche delle erbe da sempre
attribuite alle streghe:
- La Mandragora (alraun presso i popoli germanici che
significa mistero),
- Atropa Belladonna (Atropos: Parca che taglia il filo della
vita e belladonna poiché nel rinascimento le donne usavano alcune gocce nei
loro occhi per allargare le pupille, chiamata anche devil’s cherries in
inglese),
- la Datura Stramonium ("Erba del Diavolo",
"Pomo del Diavolo" ed infine "Erba Strega" poiché fu adottata
dai negromanti per provocare incubi o visioni. Si diceva che gli esseri
infernali si cibassero di stramonio, il cui effluvio disgustoso li incantava ed
inebriava).
-Giusquiamo (chiamata dai celti "Beleonuntiam"
sacra a Belenus chiamata anche “erba del diavolo”. Il vescovo Alberto il
Grande, che nel XIII sec. era considerato un mago, riferisce dell'uso del
giusquiamo da parte di negromanti per evocare demoni e spiriti maligni.) causa
la perdita del controllo della mente, tanto è vero che veniva usata come siero
della verità.
-Aconito (dal greco akòne che significava pietra, e nata
dalla bava di cerbero) usato nella notte prima del sabba.
Esistono diversi tipi di unguenti: unguento del sabba, l’Euleterio
satanico, l’unguento per volare e tutti hanno in diverse concentrazioni/dosi
parti delle piante sopra elencate o più parti di più piante. Le streghe erano
donne medicina, levatrici, guaritrici, che conoscevano la “vita e la morte”.
Erboriste esperte utilizzavano sapientemente le piante per
ottenere i più svariati “effetti” tra cui il volo.
… ci sono delle donne, quelle che chiamiamo streghe, che
spergiurano che possono andare in ogni parte (...) una volta cosparse di uno
strano unguento (...). E là si permettono ogni sorta di piacere. (…)
Non ho parlato di pozioni ma di unguenti (Paolo Portone -
storico e saggista che rintraccia molte attestazioni dell'uso di unguenti, nei
processi che iniziano dal XV secolo) per un motivo ben specifico, infatti, le
streghe sono spesso rappresentate nude con la scopa o, a cavallo di una scopa, che
in base alle credenze conferiva loro poteri magici e tra questi il volo.
In realtà le streghe essendo esperte di erbe sapevano
benissimo che i componenti delle piante sopra citate se venivano messi a
contatto con la pelle e le mucose massimizzano l’assorbimento dei principi
attivi e riducono gli effetti collaterali (Queste piante sono allucinogeni e
fortemente tossiche. L'ingestione o la dose sbagliata può portare alla morte nella
maggior parte dei casi ed infatti erano usate anche come veleni).
Esse usavano una specie di “scopetta” ( è probabile che le
preparazioni di questi unguenti venissero effettuati con zangole simili a
quelle per montare la panna, una volta fatte bollire le erbe nel grasso, il
bastone che veniva utilizzato per mescolare l'unguento, veniva poi utilizzato
per cospargerlo) o più semplicemente usavano il pestello del mortaio con cui
avevano preparato la pozione per cospargere i loro orifizi anali e vaginali (da
qui la frase: ...là si permettono ogni sorta di piacere....).
In questo modo l’assorbimento di tali sostanze era anche
accelerato durante i sabba (ed ecco probabilmente perché spesso venissero viste
nude).
Le proprietà delle erbe sopra citate producono effetti con
sensazioni simili al volo e sono tutte fortemente allucinogene.
Per quanto riguarda il giusquiamo sembra anche che l’odore
intenso del fiore abbia già effetti psicoattivi e rilassanti.
_____________________________________________
[1] nota bene la parola rospo.
A primo impatto non sono chiari i riferimenti al rospo ma,
ci sono chiari riferimenti ai rospi per indicare l’Amanita Muscaria. Infatti ci
sono delle ricerche che lo associano direttamente all'Amanita Muscaria:
......vogliamo ricordare che, sebbene il fungo non rientrasse direttamente
nelle confessioni delle streghe, nei loro racconti troviamo spesso riferimento
al rospo.
Ora, c'è una specie di rospi, ritenuta dalle credenze
popolari velenosa, la quale si apposta all'ombra dell'ovulo malefico per
mangiare le mosche uccise dal suo veleno; in tal modo, nella pelle di questi
batraci si accumula un potente alcaloide, la bufotenina. Sulla scorta degli
studi compiuti agli inizi di questo secolo da Phisalix e Bertrand, i primi a
isolare l'alcaloide bufotenina nella ghiandola parotide di un rospo, le
fantasiose descrizioni delle streghe assumono ben altra consistenza, laddove si
ponga attenzione soprattutto agli effetti allucinogeni che questa sostanza è in
grado di procurare. Gli studi recenti sulla bufotenina hanno infatti
riscontrato le seguenti manifestazioni: aumento dell'energia muscolare,
dell'aggressività e dell'eccitazione sessuale; aumento delle capacità psichiche
e sensazione di chiaroveggenza; infine, dato assai interessante, perdita del
senso delle coordinate spazio-temporali, con conseguente sensazione di volare.
(Paolo Portone - storico e saggista).
NB: Questo articolo non dà consigli medici, né suggerisce
l'uso di tecniche come forma di trattamento per problemi fisici o non fisici,
per i quali è invece necessario il parere di un medico e/o di uno specialista.
Non suggerisce l’uso di alcuna erba, pozione, unguento né direttamente, né
indirettamente. Nel caso si decidesse di applicare le informazioni contenute in
questo post, non mi assumo nessuna responsabilità. L'intenzione del post è
quella di essere illustrativo, non esortativo né didattico.
Altri riferimenti:
CANTELMI ANNA LISA, 2002, Herbaria e le piante per volare,
Altrove.
CAMILLA GILBERTO, 1995, Le erbe del diavolo I. Aspetti
antropologici, Altrove.
-Orlando, in collaborazione con “Le vie di Wodanaz”-
Post dal gruppo facebook:
Yggdrasill - Rune, Sciamanesimo, Esoterismo, Mitologia &
folklore
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