La civitas, in quanto a-naturale, pensa solo in grande e a questo metro di misura educa coloro che ne abbracciano gli ideali.
Roma, per fare un esempio noto, è glorificata e presa ad esempio anche a causa di quanto ha lasciato, delle grandi costruzioni, delle rovine a testimonianza delle sue grandi metropoli di schiavi.
Noi vogliamo staccarci da questa mentalità megalomane, il nostro pensiero non è orientato alla città uniformante, alle grandi opere deturpanti o a ciò che è fastoso e visibile. Noi lottiamo per il piccolo, per i villaggi autonomi, per le cascine indipendenti, per la bellezza della semplicità e la gloria dell’essere quello che si è.
Tenetevi quindi i colossei e le piramidi, tenetevi le fortezze di pietra e le sale marmoree e lasciateci il legno e la paglia, la terra e i fiumi, le foreste e i laghi.
Noi combattiamo per ciò che è sempre stato, per decine se non centinaia di migliaia di anni, per ciò che è davvero eterno.
La civitas è passeggera, tutti gli imperi millenari cadono, tutte le repubbliche, le monarchie e le costituzioni di questo mondo sono effimere, durano giusto il tempo di un respiro nel vento della storia.
Solo gli Dèi sono eterni, insieme a ciò che essi hanno creato.
Abbiamo già vinto.
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